Quello del ‘football sala’ a livello professionale è stato un vero e proprio fenomeno sportivo nato in Uruguay verso la fine del 1930, sviluppatosi poi subito in Brasile, Paraguay, e Portogallo, ed immediatamente entrato a far parte a tutti gli effetti delle discipline sportive gestite da una propria Federazione riconosciuta a livello mondiale. Il ‘calcetto’ (questo il nome con cui questo sport è maggiormente conosciuto nel nostro paese) si gioca in 5 contro 5 su campi al coperto in cui la superficie di gioco può essere in erba sintetica, mateco (un particolare tipo di cemento mescolato con gomme e resine dure), ma a volte anche in terra rossa o sabbia (solo nel caso del beach soccer).
Essendo giocato in uno spazio pari a circa la metà di un normale campo di calcio, il football sala si sviluppa in modo molto più rapido e schematico e, specie quando si assiste a partite di un certo livello, si possono apprezzare geometrie di gioco e schemi tattici con più facilità rispetto ad una partita di calcio professionistico, rispetto al quale cambiano solo alcune regole: non esiste il fuorigioco, il fallo laterale si batte con i piedi e, come nel basket, il tempo viene interrotto quando la palla esce fuori campo o se c’è qualcuno infortunato, e ripreso quando tutto torna normale, impossibile perdere tempo.